Mark Linkous, cantante, compositore e pluristrumentista americano (della Virginia, ma residente nel North Carolina) è morto suicida. Lo ha confermato il suo ufficio stampa. Non è nota la sua precisa età, ma aveva fra i quaranta e i cinquant’anni. La causa della morte è un colpo di arma da fuoco al capo: la morte non è avvenuta immediatamente, ma tre ore dopo lo sparo.
La vita di Linkous è stata segnata da un incidente avvenuto nel 1996, quando gli Sparklehorse erano in tour in Gran Bretagna come supporter dei Radiohead. A causa di un mix di antidepressivi e Valium era andato in coma, risultando clinicamente morto per due minuti; benché le cure mediche lo avessero salvato, avevano anche provocato gravi conseguenze (una paralisi agli arti inferiori durata sei mesi).
Linkous ha militato negli Sparklehorse, che aveva fondato nel 1995 e con i quali ha pubblicato quattro album. Ha anche prodotto il disco da solista di Nina Persson, “A camp”, e “Fear yourself” di Daniel Johnston (curando anche un tributo all’artista, “The late great Daniel Johnston: Discovered Covered” - a dispetto del titolo, Johnston è ancora in vita - con la partecipazione di Beck, Death Cab for Cutie, Vic Chesnutt, Tom Waits, Bright Eyes, Sparklehorse e Flaming Lips).
Aveva recentemente (2009) pubblicato “Dark night of the soul”, realizzato con il produttore Danger Mouse, il regista David Lynch e altri dieci musicisti, e aveva quasi terminato le registrazioni per un nuovo album.
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07/03/2010