Il rock letterario dei Richmond Fontaine: 'Storie contro la vita dura'

"We used to think the freeway sounded like a river" è una delle cose migliori che vi può capitare di ascoltare in questo autunno zeppo di uscite. E' l'ottavo disco dei Richmond Fontaine che a dispetto del nome sono una band, non una persona, anche se a una persona - non famosa - devono il nome.
La loro "missione" è quella del loro nome: raccontare storie di gente comune. Il loro leader Willy Vlautin è una delle penne migliori del rock americano, anche se in patria è conosciuto soprattutto come scrittore, per "The motel life", romanzo che nel 2006 ha avuto un grande successo di critica, e che in Italia è stato pubblicato da Fazi.

"I miei personaggi spesso nascono dalle canzoni", ci racconta Vlautin, che raggiungiamo al telefono a Copenaghen. "Qualche tempo fa ho scritto una canzone folk che non era granché ma sapevo che la storia era buona. E infatti è diventata la base per il mio terzo romanzo, che uscirà l'anno prossimo. Dai personaggi di "The motel life" sono nate le canzoni di un nostro disco, 'The fitzgerald'… Le mie canzoni e i miei romanzi vivono nello stesso isolato".
Anche le storie di "We used to think the freeway sounded like a river" vivono nello stesso mondo, quello che ha portato la stampa inglese a definire Vlautin il "Dylan dei disadattati": "Sono sempre stato interessato alle lotte delle working class", ci spiega, "perché è il mondo in cui sono cresciuto: scrivo perché l'unico modo per scendere a patti con la durezza della vita è raccontarla. L'unico modo per dare una stabilità alla mia vita è raccontare storie, di gente normale, in situazione di crisi".

E da una situazione di crisi nasce anche la canzone che dà il chilometrico e suggestivo titolo all'album: "Quella è una storia vera: vivevo su un'autostrada, e nessuno vorrebbe vivere in un posto così trafficato e rumoroso… così io e la ragazza con cui stavo decidemmo che era un fiume, per rendere la cosa più romantica. Poi una sera ci rubarono in casa, e l'autostrada tornò ad essere un flusso di auto. E' una canzone sulla perdita del romanticismo".
I Richmond Fontaine sono considerati uno dei nomi simbolo del cosiddetto "Alt-country", ma il nuovo disco è decisamente più elettrico, meno intimista, con un suono dilatato che a tratti ricorda quello dei Wilco, o quello dei Calexico, con cui condividono il produttore JD Foster: "E' il nostro 'zio' e senza di lui non so se saremmo ancora una band. Quanto al sound dell'album, volevo incidere canzoni che mostrassero la band. Spesso mi sento ammanettato dalle mie canzoni, e costringo la band ad essere paziente. Con questo disco volevo dare loro più spazio".
I Richmond Fontaine saranno in Italia ad ottobre, per due concerti: il 23 a Villafranca, il 24 a Ravenna.

Vuoi leggere di più su Richmond Fontaine?

rockol.it

Rockol.com s.r.l. - P.IVA: 12954150152
© 2025 Riproduzione riservata. Rockol.com S.r.l.
Privacy policy

Rock Online Italia è una testata registrata presso il Tribunale di Milano: Aut. n° 33 del 22 gennaio 1996