
Alla ricerca di strumenti economici ed efficaci con cui entrare in contatto diretto con il sottobosco della scena musicale indipendente (vedi l’acquisizione, l’anno scorso, di una quota di capitale nella piattaforma INGrooves), Universal Music ha firmato un accordo di collaborazione ad ampio raggio con TuneCore, aggregatore digitale che porta su iTunes e altri negozi di download la musica di artisti indie, autoprodotti e senza contratto. Sarà quest’ultimo, infatti, a curare l’hosting e la gestione tecnica di portali Internet dedicati per le maggiori etichette del gruppo Universal, a cui artisti indipendenti o unsigned potranno ricorrere per farsi distribuire nei canali digitali e approfittare di una vasta gamma di servizi: dalla masterizzazione professionale delle tracce audio alla contrattazione di licenze per l’uso dei brani in pubblicità e sincronizzazioni, dalla promozione radiofonica ad azioni di marketing mirate. Universal e le sue etichette non percepiranno alcun compenso dalla vendita dei download, né controlleranno in alcun modo i copyright degli artisti distribuiti: attraverso i loro micrositi, però, potranno monitorare attentamente l’offerta e le reazioni del pubblico, proponendo eventualmente agli artisti più interessanti o di maggiore successo un contratto discografico o un ingaggio come spalla ai concerti di qualche nome già affermato della propria scuderia. L’accordo avrà conseguenze collaterali anche sul mercato “fisico” in quanto la catena di negozi musicali Guitar Center, che di TuneCore è uno dei finanziatori, distribuirà nei suoi oltre 200 punti vendita cd del catalogo Universal e di alcuni selezionati artisti del nuovo roster indipendente.
“Devo onestamente riconoscere che la Universal è una delle case discografiche più avanti del pianeta”, ha detto il fondatore e ad di TuneCore Jeff Price, solitamente assai poco tenero nei confronti delle multinazionali della musica. “Con questo accordo ha realmente cambiato le regole del gioco e il modello di business delle major assicurando ai musicisti una autentica libertà di scelta. Se un artista ottiene dei riscontri, si crea una linea diretta attraverso cui Universal può allungare la sua mano. Oppure, attraverso il preesistente modello TuneCore, lo stesso artista potrà scegliere di continuare l’attività in completa autonomia”.
Solo una settimana fa IODA ha siglato una partnership con RED, braccio distributivo della Sony Music; tra i grandi distributori di musica digitale indipendente solo The Orchard non ha ancora sviluppato legami professionali con le major del disco.
“Devo onestamente riconoscere che la Universal è una delle case discografiche più avanti del pianeta”, ha detto il fondatore e ad di TuneCore Jeff Price, solitamente assai poco tenero nei confronti delle multinazionali della musica. “Con questo accordo ha realmente cambiato le regole del gioco e il modello di business delle major assicurando ai musicisti una autentica libertà di scelta. Se un artista ottiene dei riscontri, si crea una linea diretta attraverso cui Universal può allungare la sua mano. Oppure, attraverso il preesistente modello TuneCore, lo stesso artista potrà scegliere di continuare l’attività in completa autonomia”.
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