
RINO GAETANO, UN MITO PREDESTINATO
Buona parte di questo libro è occupata dal testo, dialoghi compresi, di una fiction scritta dagli autori: una fiction che non ha trovato realizzazione televisiva (a differenza della miniserie “Ma il cielo è sempre più blu”, andata in onda nel 2007). Non ho visto quella miniserie, e non ho letto questa fiction: la ragione è che non mi piacciono, in generale, le vite sceneggiate, quando riguardano personaggi del mondo della canzone, perché sono convinto che le storie vadano raccontate con l’attitudine da cronista, non con quella da scrittore. E’ una convinzione mia personale, che non pretendo sia condivisa; ma temevo, sinceramente, che potesse condizionare in negativo la mia opinione sul libro.
Del quale ho letto invece con vivo interesse le prime 130 pagine: quelle in cui Stefano Micocci racconta, con grande e sincera partecipazione, la meravigliosa avventura dell’etichetta discografica IT, fondata e condotta da suo padre Vincenzo (quel Vincenzo della canzone di Alberto Fortis) e rievoca la sua conoscenza personale con il cantautore di Crotone. Sono pagine appassionate, che a chi – come me – ha fatto a tempo a conoscere la discografia com’era negli anni Settanta suscitano una violenta botta di nostalgia.
E ho letto la splendida, immaginifica, poetica introduzione di Pasquale Panella: sette pagine da incorniciare, in una lingua stupefacente per vivacità e fantasia.