
di Pop Topoi
Talvolta è difficile difendere i concorrenti di X Factor quando arrivano alla prova discografica e talvolta è anche sbagliato, perché quello che funziona in trasmissione può rivelarsi disastroso sul mercato. Quando si parla di gruppi costruiti a tavolino, poi, le probabilità di sopravvivenza sono sotto lo zero. Ed ecco che arrivano gli One Direction e le Little Mix, rispettivamente la boyband e la girlband di maggiore successo mondiale al momento, a distruggere gli assiomi imparati guardando anni di talent show e seguendo le sfortunate parabole di decine di "gruppi vocali".Appena sei mesi fa, chiudevo la recensione del primo album delle Little Mix scrivendo: "è davvero il meglio che si possa chiedere a una girlband nel 2013". Si prova una certa soddisfazione nel constatare che quella conclusione è ancora valida oggi, nella settimana di uscita del loro secondo lavoro. "Maturo" è il primo aggettivo che viene voglia di sprecare sentendo Salute, perché le quattro ragazze e i loro produttori hanno individuato i punti forti di DNA e li hanno potenziati senza ripetersi e senza tradirsi.
Il primo singolo "Move" è un irresistibile uptempo in cui il riferimento più evidente sono i Neptunes, ha una base essenziale ma una struttura inaspettata, che sceglie di esplodere solo a tre quarti dalla fine; "Boy" è altrettanto avventurosa: inizia con quasi un minuto a cappella per poi diventare la migliore traccia di Timbaland su cui Timbaland non ha lavorato (la citazione è così accurata da contenere anche il campionamento del gemito di un neonato a 02:37 come in "Are you that somebody" di Aaliyah); "Salute" è un omaggio per le fan del gruppo, che non può evitare di puntare sul girl power, ma inserisce la chiamata al fronte pseudo-femminista in una marcia militare accostabile a "Run the world" di Beyoncé.
Queste tre tracce, che non a caso erano state scelte come anteprima, sono i capitoli più coraggiosi dell'album, ma anche quando le Little Mix osano di meno, come accadeva in DNA, riescono a essere convincenti. Tralasciando le adeguate ma troppo generiche power ballad "Little me" e "Towers", il resto di Salute mantiene un ottimo livello medio: dalle ballate iperdrammatiche (la migliore è "These four walls") all'R&B americano anni '90 ("Mr Loverboy"), il gruppo conserva la sua identità e ottiene un prodotto assai originale senza mai perdere di vista il suo target.
Ancora una volta, "è davvero il meglio che si possa chiedere a una girlband nel 2013" – e forse anche negli anni a venire.