Arti & Mestieri: jazz- rock al calore mediterraneo

Gli Arti & Mestieri nascono ufficialmente a Torino nel 1974 e cercano di fondere prog rock e jazz rock, mantenendo un forte carattere melodico, esaltato dall'insolito unisono di chitarra, violino e sax, e dall’intensa coloritura orchestrale. Quello stesso anno si chiamavamo ancora semplicemente arti (suonarono al Parco Lambro con questo nome) quando Gianni Sassi, punto focale della Cramps, la loro etichetta, scelse Arti & Mestieri per giocare sul doppio significato del termine.
In tour con Area, PFM e Gentle Giant, sempre nel 1974 esce il loro primo album: “Tilt – Immagini per un orecchio”. Interessanti alcune frasi di Beppe Crovella, loro tastierista storico, che chiarisce come anche l’universo intorno ai ragazzi fosse realmente progressivo. «Gli Arti & Mestieri erano assolutamente dentro al prog. Poi su come nacque e su come fosse realmente costituito si potrebbe scrivere per giorni interi. Allora l’idea del progressive coincideva esattamente con l’etimologia del termine, ossia con l'intenzione di progredire, di avanzare, di rinnovare rispetto a quello che c’era sulla scena musicale in quel momento. E questa cosa fu molto graduale. Il beat, la British Invasion e il suo seguito ci avevano portato un intenso impatto nella performance, sia live che su disco, una grande aspettativa e imprevedibilità nell’attesa tra un singolo e l’altro, 45 giri che non ricalcavano formule dei precedenti ma tentavano di staccarsene più che potevano. Poi con l’LP cominciano a crearsi brani più lunghi, con grande libertà degli ingredienti, senza curarsi della matrice: sinfonica, jazz o altro, con la libertà di viaggiare dove la fantasia portava, sempre con un senso innovativo, progressivo, esplorativo, d’avventura. Gli Arti & Mestieri erano fortemente e assolutamente nello spirito prog sopra descritto. Altrimenti il nostro “Tilt” non sarebbe mai nato».
Dal 1974 al 1979, il periodo con la Cramps, gli Arti & Mestieri concentrano i loro migliori momenti. Producono grande musica, ricca di tensione “passionale” tra ritmo, armonia e melodia, un sound nervoso, energico, però mai nevrotico. Una caratteristica non subito compresa, ma proprio quella distinse e ancora oggi distingue, in modo più maturo, gli a&m.
“Universi paralleli”, l’opera del 2015 che li vede nuovamente alla Cramps come ieri, segna proprio il ritorno forte di queste tensioni (positive). Il motore si è di nuovo acceso e non ha voglia di spegnersi…
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