Dati SIAE 2013, buona annata per la musica: +30% per pop e rock dal vivo

La punta di diamante è stato il concerto del 3 giugno 2013 di Bruce Springsteen allo stadio Mezza di San Siro, a Milano, spettacolo live record di incassi dell'anno scorso, ma - complessivamente - è stata la musica "leggera" - definizione che la SIAE usa per i concerti di rock, pop, metal, hip hop e altro - a far segnare una delle poche (se non l'unica) nota - molto - positiva nel 2013: i dati presentati oggi nel corso di una conferenza stampa tenutasi a Roma hanno evidenziato, a fronte di un tiepido incremento degli altri comparti - cinema, teatro e musei - un'impennata nella risposta del pubblico agli show musicali nel corso dei dodici mesi conclusisi il passato 31 dicembre.
Sono stati proprio i generi popolari a guidare la ripresa del settore, con un incremento numerico di ingressi del 19,49% - maggiormente concentrato in Lombardia, Emilia Romagna e Lazio - che ha fatto balzare il macroaggregato del comparto a +11.20%: riguardo alla spesa al botteghino, il rialzo del +32,17% della "leggera" ha trainato la ripresa dell'ambito musicale, attestatasi a +24,51% rispetto al 2012. E nonostante la spesa del pubblico abbia fatto registrare un lieve calo complessivo rispetto al periodo precedente (-0,21%), la stessa voce - per i concerti rock e pop - è balzata a un netto +30,77%, grazie alle ottime performance registrare in Lombardia, Lazio e Veneto.
Stessa tendenza è stata riscontrata nel volume d'affari mosso dai live show rock e pop: nonostante un calo generale dell'1,43%, il settore leggero è cresciuto del 29,65%, superando la media del comparto musicale ferma a un pur rispettabilissimo +23%. Anche in questo caso, la Lombardia è stata la regione di punta in quanto a volume d'affari, seguita da Veneto e Lazio.
Dato ancora più interessante è quello fatto registrare alla voce "concertini", termine utilizzato dalla SIAE per indicare gli spettacoli di musica dal vivo minori, definiti di "carattere accessorio" e che non svolgano "funzione di principale richiamo per la clientela": in sostanza, piccoli live show che nel Regno Unito sono stati al centro del music act che anche nel nostro Paese sono stati oggetto di proposta e discussione. Scorporando il volume d'affari dei concerti minori da quello delle sale da ballo, si scopre che i live minori abbiano mosso - in termini finanziari, e al netto dell'inevitabile sommerso - una cifra pari a 299,9 milioni di euro, contro i 293,5 milioni di euro del comparto "maggiore". Una lieve superiorità - in termini finanziari - che diventa schiacciante andando a consultare i dati inerenti all'affluenza: se l'attività concertistica "leggera" nel 2013 ha registrato 1,6 milioni di unità, quella dei "concertini" ha fatto segnare la bellezza di 26,2 milioni di presenze, diventando - per stessa osservazione della SIAE - il valore più elevato in assoluto.